«Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: "Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene." Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.» La voce narrante di Hubert, nella scena iniziale del film "L'odio"«Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: "Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene." Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.» La voce narrante di Hubert, nella scena iniziale del film "L'odio"

«Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: “Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene.” Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.»

La voce narrante di Hubert, nella scena iniziale del film “L’odio”

 

Questa parte sopra riportata è l’incipit del film “L’odio” (La Haine).

Film del 1995, scritto e diretto da Mathieu Kassovitz, e che ha vinto il Premio per la migliore regia al Festival di Cannes.

Abbiamo di fronte una pellicola in bianco e nero che tratta di un fatto di cronaca realmente accaduto: l’uccisione di un ragazzo delle banlieue di Parigi, ad opera della polizia.

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