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Auguri e Poesie di Pasqua : La Resurrezione – Alessandro Manzoni ( Inni Sacri , 1812 ).

La Resurrezione

È risorto: or come a morte
La sua preda fu ritolta?
Come ha vinto l’atre porte,
Come è salvo un’altra volta
Quei che giacque in forza altrui?
Io lo giuro per Colui
Che da’ morti il suscitò,

È risorto: il capo santo
Più non posa nel sudario;
È risorto: dall’un canto
Dell’avello solitario
Sta il coperchio rovesciato:
Come un forte inebbriato
Il Signor si risvegliò.

Come a mezzo del cammino,
Riposato alla foresta,
Si risente il pellegrino,
E si scote dalla testa
Una foglia inaridita,
Che, dal ramo dipartita,
Lenta lenta vi ristè:

Tale il marmo inoperoso,
Che premea l’arca scavata
Gittò via quel Vigoroso,
Quando l’anima tornata
Dalla squallida vallea,
Al Divino che tacea;
Sorgi, disse, io son con Te.

Che parola si diffuse
Tra i sopiti d’Israele!
Il Signor le porte ha schiuse!
Il Signor, l’Emmanuele!
O sopiti in aspettando,
È finito il vostro bando:
Egli è desso, il Redentor.

Pria di Lui nel regno eterno
Che mortal sarebbe asceso?
A rapirvi al muto inferno,
Vecchi padri, Egli è disceso:
Il sospir del tempo antico,
Il terror dell’inimico,
Il promesso Vincitor.

Ai mirabili Veggenti,
Che narrarono il futuro,
Come il padre ai figli intenti
Narra i casi che già furo,
Si mostrò quel sommo Sole,
Che, parlando in lor parole,
Alla terra Iddio giurò;

Quando Aggeo, quando Isaia
Mallevaro al mondo intero
Che il Bramato un dì verria;
Quando assorto in suo pensiero,
Lesse i giorni numerati,
E degli anni ancor non nati
Daniel si ricordò.

Era l’alba; e, molli il viso,
Maddalena e l’altre donne
Fean lamento sull’Ucciso;
Ecco tutta di Sionne
Si commosse la pendice,
E la scolta insultatrice
Di spavento tramortì.

Un estranio giovinetto
Si posò sul monumento:
Era folgore l’aspetto,
Era neve il vestimento:
Alla mesta che ’l richiese
Diè risposta quel cortese:
È risorto; non è qui.

Via co’ palii disadorni
Lo squallor della viola:
L’oro usato a splender torni:
Sacerdote, in bianca stola,
Esci ai grandi ministeri,
Tra la luce de’ doppieri,
Il Risorto ad annunziar.

Dall’altar si mosse un grido:
Godi, o Donna alma del cielo;
Godi; il Dio, cui fosti nido
A vestirsi il nostro velo,
È risorto, come il disse:
Per noi prega: Egli prescrisse,
Che sia legge il tuo pregar.

O fratelli, il santo rito
Sol di gaudio oggi ragiona;
Oggi è giorno di convito;
Oggi esulta ogni persona:
Non è madre che sia schiva
Della spoglia più festiva
I suoi bamboli vestir.

Sia frugal del ricco il pasto;
Ogni mensa abbia i suoi doni;
E il tesor, negato al fasto
Di superbe imbandigioni,
Scorra amico all’umil tetto,
Faccia il desco poveretto
Più ridente oggi apparir.

Lunge il grido e la tempesta
De’ tripudi inverecondi:
L’allegrezza non è questa
Di che i giusti son giocondi;
Ma pacata in suo contegno,
Ma celeste, come segno
Della gioia che verrà.

Oh beati! a lor più bello
Spunta il sol de’ giorni santi;
Ma che fia di chi rubello
Torse, ahi stolto! i passi erranti
Nel sentier che a morte guida?
Nel Signor chi si confida
Col Signor risorgerà.

( Alessandro Manzoni, Inni Sacri )

Questa poesia, riferita alla Pasqua, è stata composta da Alessandro Manzoni nel 1812 e rientra tra gli Inni Sacri. Questa raccolta, nelle intenzioni originali del Manzoni, prevedeva 12 componimenti, ma si fermò a 5 : Resurrezione composta nel 1812, Il nome di Maria composto nel 1812-1813, Il Natale composto nel 1813, La Passione composta nel 1813-1814 e La Pentecoste, composta nel 1817.

Manzoni, nato nel 1785 a Milano, dopo una fase giovanile trascorsa prima all’insegna del vizio e del gioco d’azzardo, poi con una convinta adesione agli ideali illuministici dell’aristocrazia e dell’alta borghesia milanese, con forte carattere anticlericale, si convertì al cattolicesimo in un percorso che si fa iniziare intorno al 1806 per terminare nel 1810. S

Sono degli anni successivi alla conversione, il cosiddetto quindicennio creativo, gran parte delle sue opere tra cui questi Inni Sacri e soprattutto I Promessi Sposi, terminato nel 1827 ma la cui base fu gettata a partire dal 1820 con Fermo e Lucia.


Nell’uovo di Pasqua che mai ci sarà? Ci sarà forse nascosta

Nell’uovo di Pasqua che mai ci sarà? Ci sarà forse nascosta la felicità?
Aprilo dunque piano,piano perchè la sorpresa non possa sfuggirti di mano.
E se il tuo cuore pronto al cambiamento sarà,sicuramente potrà godere di questa bella novità!
Disperdi quindi le ombre del tuo cuore ed accogli tutti con fraterno amore.
Questo è l’augurio per scoprire la vera felicità per una Pasqua di serenità.


E’ Pasqua! E’ la gioia dell’alba dopo la notte, della luc

E’ Pasqua! E’ la gioia dell’alba dopo la notte, della luce dopo il buio; è la speranza che non c’è caduta senza un rialzarsi; è la certezza che non c’è morte che non si apra alla vita. Continuamo ad amare, sperare e credere e faremo un piccolo passo avanti. E tanti piccoli passi avanti faranno camminare l’umanità. Auguri!


L’amore non amato ha vinto anche sulla morte. Il sacrifici

L’amore non amato ha vinto anche sulla morte.
Il sacrificio totale di Cristo ha reso possibile la risurrezione.
Pasqua e’ nuova vita;
e’ gioia dopo la sofferenza;
e’ premio per la tolleranza;
e’ quiete dopo la tempesta.
Rallegriamoci dunque e guardiamo al futuro con fiducia,
con lo sguardo sereno di Gesu’ risorto.
E’ questo il mio augurio per voi tutti.