Regali last-minute? :
Quando hai solo 18 anni quante cose che non sai [...] forse invece sai già tutto e non dovresti crescer mai. (Luciano Ligabue)

Luciano Ligabue: “Quando hai solo 18 anni quante cose che non sai […] forse invece sai già tutto e non dovresti crescer mai”.

Quando hai solo 18 anni, quante cose che non sai.
Quando hai solo 18 anni forse invece sai già tutto non dovresti crescer mai.
(Luciano Ligabue , Lettera a G)

Luciano Ligabue nasce a Coreggio nel 1960; conosciuto con il soprannome di Liga è un noto cantautore, musicista, regista e scrittore italiano.

Ligabue compie una lunga gavetta prima di giungere al successo, infatti solo nel 1989 incide il suo primo disco intitolato semplicemente “Ligabue” che contiene la famosa canzone “Balliamo sul mondo”, che gli permette di vincere “Festivalbar giovani”.

Il suo definitivo successo, Ligabue, l’ottiene con l’album “Buon Compleanno Elvis” che vende oltre un milione di copie e rimane per 70 settimane nella classifica degli album più venduti.

Questa citazione è tratta dalla canzone Lettera a G. Di seguito il video del brano da cui è tratta la citazione, tratto dall’album Nome e Cognome del 2005 :

Ecco invece un video con alcune citazioni e frasi di Ligabue dal canale youtube di messaggi online:


Auguri e Poesie di Pasqua : La Resurrezione – Alessandro Manzoni ( Inni Sacri , 1812 ).

La Resurrezione

È risorto: or come a morte
La sua preda fu ritolta?
Come ha vinto l’atre porte,
Come è salvo un’altra volta
Quei che giacque in forza altrui?
Io lo giuro per Colui
Che da’ morti il suscitò,

È risorto: il capo santo
Più non posa nel sudario;
È risorto: dall’un canto
Dell’avello solitario
Sta il coperchio rovesciato:
Come un forte inebbriato
Il Signor si risvegliò.

Come a mezzo del cammino,
Riposato alla foresta,
Si risente il pellegrino,
E si scote dalla testa
Una foglia inaridita,
Che, dal ramo dipartita,
Lenta lenta vi ristè:

Tale il marmo inoperoso,
Che premea l’arca scavata
Gittò via quel Vigoroso,
Quando l’anima tornata
Dalla squallida vallea,
Al Divino che tacea;
Sorgi, disse, io son con Te.

Che parola si diffuse
Tra i sopiti d’Israele!
Il Signor le porte ha schiuse!
Il Signor, l’Emmanuele!
O sopiti in aspettando,
È finito il vostro bando:
Egli è desso, il Redentor.

Pria di Lui nel regno eterno
Che mortal sarebbe asceso?
A rapirvi al muto inferno,
Vecchi padri, Egli è disceso:
Il sospir del tempo antico,
Il terror dell’inimico,
Il promesso Vincitor.

Ai mirabili Veggenti,
Che narrarono il futuro,
Come il padre ai figli intenti
Narra i casi che già furo,
Si mostrò quel sommo Sole,
Che, parlando in lor parole,
Alla terra Iddio giurò;

Quando Aggeo, quando Isaia
Mallevaro al mondo intero
Che il Bramato un dì verria;
Quando assorto in suo pensiero,
Lesse i giorni numerati,
E degli anni ancor non nati
Daniel si ricordò.

Era l’alba; e, molli il viso,
Maddalena e l’altre donne
Fean lamento sull’Ucciso;
Ecco tutta di Sionne
Si commosse la pendice,
E la scolta insultatrice
Di spavento tramortì.

Un estranio giovinetto
Si posò sul monumento:
Era folgore l’aspetto,
Era neve il vestimento:
Alla mesta che ’l richiese
Diè risposta quel cortese:
È risorto; non è qui.

Via co’ palii disadorni
Lo squallor della viola:
L’oro usato a splender torni:
Sacerdote, in bianca stola,
Esci ai grandi ministeri,
Tra la luce de’ doppieri,
Il Risorto ad annunziar.

Dall’altar si mosse un grido:
Godi, o Donna alma del cielo;
Godi; il Dio, cui fosti nido
A vestirsi il nostro velo,
È risorto, come il disse:
Per noi prega: Egli prescrisse,
Che sia legge il tuo pregar.

O fratelli, il santo rito
Sol di gaudio oggi ragiona;
Oggi è giorno di convito;
Oggi esulta ogni persona:
Non è madre che sia schiva
Della spoglia più festiva
I suoi bamboli vestir.

Sia frugal del ricco il pasto;
Ogni mensa abbia i suoi doni;
E il tesor, negato al fasto
Di superbe imbandigioni,
Scorra amico all’umil tetto,
Faccia il desco poveretto
Più ridente oggi apparir.

Lunge il grido e la tempesta
De’ tripudi inverecondi:
L’allegrezza non è questa
Di che i giusti son giocondi;
Ma pacata in suo contegno,
Ma celeste, come segno
Della gioia che verrà.

Oh beati! a lor più bello
Spunta il sol de’ giorni santi;
Ma che fia di chi rubello
Torse, ahi stolto! i passi erranti
Nel sentier che a morte guida?
Nel Signor chi si confida
Col Signor risorgerà.

( Alessandro Manzoni, Inni Sacri )

Questa poesia, riferita alla Pasqua, è stata composta da Alessandro Manzoni nel 1812 e rientra tra gli Inni Sacri. Questa raccolta, nelle intenzioni originali del Manzoni, prevedeva 12 componimenti, ma si fermò a 5 : Resurrezione composta nel 1812, Il nome di Maria composto nel 1812-1813, Il Natale composto nel 1813, La Passione composta nel 1813-1814 e La Pentecoste, composta nel 1817.

Manzoni, nato nel 1785 a Milano, dopo una fase giovanile trascorsa prima all’insegna del vizio e del gioco d’azzardo, poi con una convinta adesione agli ideali illuministici dell’aristocrazia e dell’alta borghesia milanese, con forte carattere anticlericale, si convertì al cattolicesimo in un percorso che si fa iniziare intorno al 1806 per terminare nel 1810. S

Sono degli anni successivi alla conversione, il cosiddetto quindicennio creativo, gran parte delle sue opere tra cui questi Inni Sacri e soprattutto I Promessi Sposi, terminato nel 1827 ma la cui base fu gettata a partire dal 1820 con Fermo e Lucia.


"Sull'altalena. Da solo, ti spingi e sei al sicuro. Arriva qualcuno. Ti spinge più in alto. Sei più felice ma è più rischioso. Ecco, l'amore."

“Sull’altalena. Da solo, ti spingi e sei al sicuro. Arriva qualcuno. Ti spinge più in alto. Sei più felice ma è più rischioso. Ecco, l’amore.”

“Sull’altalena.
Da solo, ti spingi e sei al sicuro.
Arriva qualcuno.
Ti spinge più in alto.
Sei più felice ma è più rischioso.
Ecco, l’amore.”


Lo capisci quando sei importante per qualcuno, perchè quell persona resta anche quando le dai mille ragioni per andarsene.

Lo capisci quando sei importante per qualcuno, perché quella persona resta anche quando le dai mille ragioni per andarsene.

Lo capisci quando sei importante per qualcuno, perché quella persona resta anche quando le dai mille ragioni per andarsene.

Questo aforisma, pur senza avere un autore famoso, è una grande verità sull’amore. Ideale come dedica per la persona amata, da inviare via SMS o whatsapp,  o messaggio per San Valentino.


Gli auguri scomodi di Tonino Bello o , come amava firmarsi, "Don Tonino, vescovo" sono auguri di Natale molto toccanti che richiamano al senso profondo e originario del Natale.

Auguri di Natale con gli “Auguri Scomodi” di Don Tonino Bello

“Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’ idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.

Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!

Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.

Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.

Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’ inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.

Giuseppe, che nell’ affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.

Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’ aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.

I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’ oscurità e la città dorme nell’ indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.

Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.
Che i ritardi dell’ edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge”, e scrutano l’ aurora, vi diano il senso della storia, l’ ebbrezza delle attese, il gaudio dell’ abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’ unico modo per morire ricchi.
Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

( Don Tonino Bello, vescovo di Molfetta )

Questi “Auguri scomodi” sono sicuramente degli Auguri di Natale poco consoni al clima consumistico che ha assunto il Natale nella nostra società occidentale. In tale contesto, come dice lo stesso Don Tonino, potrebbero anche essere “respinti al mittente come indesiderati”.

E’ invece molto adatto a riscoprire il senso profondo del Natale, che come narrano i Vangeli si è svolto in un ambiente povero e semplice, in una stalla, con i pastori come unici testimoni.

Antonio Bello , meglio conosciuto come “Don Tonino Bello” o , come egli si firmava “Don Tonino, vescovo” , è stato un prete e vescovo italiano, originario del Salento dove nacque nel 1935 ( ad Alessano in provincia di Lecce ). Fu vescovo di Molfetta , dove morì nel 1993 a soli 58 anni , e presidente di Pax Christi , movimento cattolico per la pace nato in Francia e che in Italia fu portata per la prima volta da Giovanni Battista Montini , futuro Papa Paolo VI.

Fu fautore di una Chiesa povera e attenta agli ultimi , agli emarginati e agli oppressi , secondo il messaggio evangelico originale, aspetti che si ritrovano interamente in questi “Auguri di Natale scomodi” , tuttora è in atto la causa di beatificazione iniziata nel 2007.

Don Tonino Bello. Nato ad Alessano il 18 Marzo 1935 e Morto a Molfetta il 20 aprile 1993 .

Don Tonino Bello. Nato ad Alessano il 18 Marzo 1935 e Morto a Molfetta il 20 aprile 1993 .


Per il Santo Natale ( Giacomo Leopardi ).

Tacciano i venti tutti […] la poesia di Natale di Giacomo Leopardi ( Per il Santo Natale )

Per il Santo Natale

Tacciano i venti tutti,
del mar si arrestino le acque,
Gesù, Gesù già nacque,
già nacque il Redentor.
Il Sommo Nume Eterno
scese dall’alto cielo,
il misterioso velo
già ruppe il Salvator.
Nascesti alfin nascesti,
pacifico Signore,
al mondo apportatore
d’alma felicità.
L’empia, funesta colpa,
giacque da te fiaccata,
gioisci, o avventurata,
felice umanità.
Sorgi, e solleva il capo
dal sonno tuo profondo;
il Redentor del mondo ormai ti liberò.
No, più non senti il giogo
di servitù pesante,
son le catene infrante
da lui che ti salvò.
Gloria sia dunque al sommo,
Onnipossente Iddio,
guerra per sempre al rio
d’Averno abitator.
Dia lode e Cielo, e Terra,
al Redentor divino,
al sommo Re Bambino
di pace alto Signor .

( Giacomo Leopardi )

Questa Poesia di Natale è stata scritta da Giacomo Leopardi nel 1809 , e cioè a soli 11 anni , in cui risentiva ancora della formazione profondamente cattolica della famiglia Leopardi , per via del padre Conte Monaldo Leopardi , della madre Adelaide Antici , anch’ella molto religiosa, e dei precettori Don Giuseppe Torres ( gesuita ) e Don Sebastiano Sanchini ( abate ). Leopardi nacque infatti a Recanati nel 1798 e morì a Napoli nel 1837 .

Giacomo Leopardi. Nato a Recanati il 29 giugno 1798 , morto a Napoli 14 giugno 1837

Giacomo Leopardi. Nato a Recanati il 29 giugno 1798 , morto a Napoli 14 giugno 1837


Se hai tenebre, accendi la tua lampada: il Natale è Luce. Se hai tristezza, ravviva la tua allegria: il Natale è Gioia. Se hai amici, cercali: Il Natale è Incontro. Se hai i poveri vicino, aiutali: il Natale è Dono. Se hai odio, dimentica: il Natale è Amore. ( Santa Teresa di Calcutta )

Il Natale è … auguri di Natale e poesia di Natale di Madre Teresa di Calcutta

Se hai tenebre, accendi la tua lampada: il Natale è Luce.
Se hai tristezza, ravviva la tua allegria: il Natale è Gioia.
Se hai amici, cercali: Il Natale è Incontro.
Se hai i poveri vicino, aiutali: il Natale è Dono.
Se hai odio, dimentica: il Natale è Amore.

( Santa Teresa di Calcutta )

Questo augurio di Natale e pensiero/poesia sul Natale è di Madre Teresa di Calcutta che, dal 4 Settembre 2016 è anche Santa Teresa di Calcutta, per via della proclamazione di santità fatta da Papa Francesco. Nel 2003 invece Papa Giovanni Paolo II l’aveva proclamata beata. Santità maturata con una vita dedicata agli ultimi a Calcutta e via via in più parti del mondo grazie alla congregazione delle Missionarie della Carità da lei fondate. Attività che le valse anche gli onori “profani” del Premio Nobel per la Pace nel 1979.


E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E’ Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri. ( Madre Teresa di Calcutta )

E’ Natale ogni volta che… gli auguri di Natale di Madre Teresa di Calcutta

E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società.
E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.

( Madre Teresa di Calcutta )

Madre Teresa di Calcutta o Santa Teresa di Calcutta, dopo la santificazione da parte di Papa Francesco nel 2016 , è stata una religiosa cattolica di origini albanesi, Premio Nobel per la Pace nel 1979. Il suo vero nome era Anjezë Gonxhe Bojaxhiu , nacque a Skopje , in Albania, nel 1910 e morì a Calcutta nel 1997.  In India , di cui divenne cittadina naturalizzata, operò dal 1929 fino alla morte, soprattutto nella capitale Calcutta , accanto agli ultimi e ai disperati insieme alle sorelle Missionarie della Carità, congregazione religiosa da lei stessa fondata.


Auguri Nonne, Mamme, Mogli, Figlie, Nipoti,…. Donne

mimosa auguri Festa della Donna

Nonne, Mamme, Mogli, Figlie, Nipoti,…. Donne di tutto il mondo !

Grazie per averci permesso di nascere con vero grandissimo Vostro AMORE E DEDIZIONE !

Grazie per i Vostri immensi sacrifici nei nostri riguardi da figli! Siete veramente Sacre e da proteggere sempre ad ogni età!

Senza di Voi finisce il mondo!

AIUTIAMO TUTTE LE DONNE IN DIFFICOLTÀ e CON I LORO FIGLI…. è dovere PRIMARIO di tutte le Nazioni !!!

GRAZIE SEMPRE IN ETERNO ! AUGURI A TUTTE LE MAMME E DONNE DEL MONDO !!!

FELICISSIMA MERITATISSIMA FESTA DELLE DONNE !!!