Ho peccato di felicità. E agli altri ha dato fastidio. (Alda Merini)

Ho peccato di felicità. E agli altri ha dato fastidio.
(Alda Merini)

Cosa significa la frase di Alda Merini “Ho peccato di felicità. E agli altri ha dato fastidio.”?

Questa frase di Alda Merini “Ho peccato di felicità. E agli altri ha dato fastidio” è un’affermazione ironica che si riferisce al fatto che la felicità, a volte, può essere considerata un peccato, soprattutto in una società che spesso valorizza la sofferenza e la tristezza come fonte di ispirazione artistica.

In particolare, la poetessa fa riferimento al fatto che la sua felicità, o forse più precisamente il suo tentativo di essere felice, ha provocato una sorta di invidia o gelosia negli altri, come se il fatto che lei fosse felice fosse una sorta di colpa o un’offesa.

Questa affermazione di Alda Merini, quindi, può essere vista come un invito a non vergognarsi della propria felicità e a non farsi condizionare dalle opinioni degli altri, ma a vivere la propria vita in modo autentico e sereno, senza preoccuparsi troppo del giudizio degli altri.

Chi era Alda Merini?

Alda Merini (1931-2009) è stata una poetessa e scrittrice italiana. È considerata una delle voci più originali e intense della poesia italiana del Novecento.

Nata a Milano, in una famiglia borghese, ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza nella Milano fascista. Ha studiato filosofia all’Università Statale di Milano, ma non ha completato gli studi. Dopo alcuni anni trascorsi in convento, ha iniziato a pubblicare poesie su varie riviste letterarie, diventando presto una delle figure di spicco della cosiddetta “poesia lombarda”.

Negli anni ’60 e ’70 ha pubblicato alcune raccolte di poesie, tra cui “La presenza di Orfeo” e “Paura di Dio”, ma la consacrazione a livello nazionale è arrivata solo negli anni ’90.

La poetessa ha affrontato temi come l’amore, la morte, la solitudine e la malattia mentale, con un linguaggio ricco di simbolismo e immagini forti. Ha anche scritto romanzi e raccolte di racconti, ma è soprattutto per la sua poesia che è ricordata.

Alda Merini è stata insignita di numerosi premi letterari, tra cui il Premio Viareggio nel 1993 e il Premio Librex Montale nel 2003. È morta a Milano nel 2009, all’età di 78 anni.


Alda Merini: "Ogni ruga sui nostri volti è una storia vissuta con coraggio, con orgoglio, sorriso, pianto, amore. Sono come le parole d'un libro aperto sfogliato dal tempo davanti agli occhi del mondo."

Alda Merini: “Ogni ruga sui nostri volti è una storia vissuta con coraggio, con orgoglio, sorriso, pianto, amore. Sono come le parole d’un libro aperto sfogliato dal tempo davanti agli occhi del mondo.”

“Ogni ruga sui nostri volti è una storia vissuta con coraggio, orgoglio, sorriso, pianto, amore.
Sono come le parole d’un libro aperto sfogliato dal tempo davanti agli occhi del mondo.”
(Alda Merini)

Questa frase è di Alda Merini, nata a Milano nel 1931 e morta nel 2009, sempre a Milano. La Merini è stata una grande poetessa e scrittrice italiana. Dopo aver frequentato il ciclo elementare con ottimi risultati , il padre le impone di frequentare i tre anni di avviamento al lavoro. A 15 anni esordisce come scrittrice, grazie ad una sua insegnante delle medie, così successivamente viene in contatto con Giacinto Spagnoletti che divenne la sua guida in modo da valorizzare il suo talento letterario. Dal 1947 la Merini incorre nei suoi primi problemi di salute che la porteranno a passare alcuni anni in una clinica psichiatrica. Dopo questo periodo escono i suoi testi più intensi e drammatici tra cui “La Terra Santa”con il quale la scrittrice vincerà nel 1993 il Premio Librex Montale.

Il tempo, la nostalgia, il piacere del ricordo dei tempi andati e delle cose a cui siamo affezionati perché ci ricordano emozioni passate, anche se oggi possono essere considerati vintage, sono dei temi ricorrenti negli aforismi di intellettuali ed artitsti. Altri aforismi e citazioni sulle rughe e sul tempo che puoi trovare nel nostro portale messaggi-online.it :

L.Ligabue: Conosco le certezze dello specchio. E il fatto che da quelle non si scappa.


"Forse sono stata anche più furba degli altri, mi sono tenuta la parte migliore della vita… l’anima.”

Alda Merini: “Forse sono stata anche più furba degli altri, mi sono tenuta la parte migliore della vita. L’anima.”

“Forse sono stata anche più furba degli altri,
mi sono tenuta la parte migliore della vita.
L’anima.”
(Alda Merini)

Alda Merini, grande poetessa e aforista, nasce a Milano nel 1931 e muore nella stessa città nel 2009. Ricordata oggi anche per i suoi numerosi, pregnanti e significativi aforismi, è tra le grandi donne della letteratura italiana che sono riuscite a prendere piede nel panorama Novecentesco Italiano.

Questa riportata è una frase estratta da un periodo più ampio, che si concentra sull’amore:

“I miei amori sono stati tutti infelici, anche perché non avevo l’accortezza di dire loro che gli volevo bene. Forse sono stata anche più furba degli altri, mi sono tenuta la parte migliore della vita. L’anima.”

Con questa riga introduttiva, la poetessa ammette di non concedersi mai completamente al prossimo; il ché può avere una duplice valenza: di auto preservazione, per evitare, in caso negativo, di farsi troppo male, ma, allo stesso tempo, di limitare tutto ciò che si sarebbe potuto vivere assieme all’altra persona.


"Io sono con te in ogni maledetto istante che ci vuole dividere ma non ci riesce.”

Alda Merini: “Io sono con te in ogni maledetto istante che ci vuole dividere ma non ci riesce.”

“Io sono con te in ogni maledetto istante che ci vuole dividere ma non ci riesce.”
(Alda Merini)

Alda Giuseppina Angela Merini, nota semplicemente come Alda Merini, è stata una poetessa, aforista e scrittrice italiana. La donna esordisce come autrice a soli quindici anni, grazie all’aiuto del suo scopritore Giacinto Spagnoletti. Sarà infatti lui stesso il primo a pubblicare, nel 1950, nell’ “Antologia della poesia italiana 1909-1949“,  le sue poesie “Il gobbo” e “Luce“.

La poetica schietta di questa straordinaria scrittrice fa di lei una delle voci maggiori della nostra letteratura contemporanea.

Con queste parole, la poetessa, ricalca il concetto dell’impossibilità della separazione tra due persone che si amano e si vogliono davvero.


“Ognuno di noi ha vissuto qualcosa che l’ha cambiato per sempre.”

Alda Merini: “Ognuno di noi ha vissuto qualcosa che l’ha cambiato per sempre.”

“Ognuno di noi ha vissuto qualcosa che l’ha cambiato per sempre.”

          (Alda Merini)

Alda Merini è stata la poetessa degli esclusi, dei reietti e degli emarginati dalla società. Perfettamente riuscita nel suo intento di decantare una condizione estremamente delicata di problematiche estreme di disagio sociale, ci ha lasciato in eredità fiumi di parole, in poesia e aforismi, grazie alla sua estrema e notevole sensibilità.

Tutto ciò che scrive è estremamente legato agli eventi della sua vita, soprattutto il periodo in cui si ritrova sola, internata in una clinica psichiatrica per circa trenta giorni, alla giovane età di 26 anni, nel 1974.

Questa breve frase qui sopra citata, fa proprio riferimento a questo: a quei determinati eventi che, durante la nostra esistenza, ci cambiano sin nel profondo.


“…Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra varcando dei gemiti il confine del piacere per cibarsi dei sogni.”

Alda Merini: “Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra varcando dei gemiti il confine del piacere per cibarsi dei sogni.”

“Beati coloro che si baceranno
sempre al di là delle labbra
varcando dei gemiti
il confine del piacere
per cibarsi dei sogni.”
(Alda Merini)

Autrice di questo breve estratto di poesia è Alda Merini, una tra le donne più note della letteratura italiana che, ancor oggi, influenza diversi artisti contemporanei. Vissuta nel pieno del Novecento, grande poetessa e scrittrice, la Merini celebra eventi comuni e riflessioni della vita quotidiana con una sensibilità tale da risultare armoniosa anche durante poesie altamente drammatiche.

Questo è un piccolo estratto dalla poesia “Amore”, scritta dalla poetessa nel 2002 e dedicata a Lillo Gullo, giornalista e poeta, e alla moglie, l’artista Flora Graiff. Questa poesia, tirata in pochi esemplari dalla casa editrice Pulcinoelefante, è stata poi raccolta nella sezione “dediche” della raccolta “Il maglio del poeta“, edita da Manni, e nella raccolta “Clinica dell’abbandono“, pubblicata da Einaudi.

Qui di seguito l’intera poesia:

“Beati coloro che hanno
due fedi al dito
una quella degli sponsali
e l’altra quella dell’arte.

Beati coloro che si baceranno
sempre al di là delle labbra
varcando dei gemiti
il confine del piacere
per cibarsi dei sogni.”

 


"Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire." ( Alda Merini )

Alda Merini: “Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire”.

“Mi piace chi sceglie con cura
le parole da non dire.”

( Alda Merini )

Questa frase è di Alda Merini , che è stata una grande poetessa e scrittrice italiana, nata a Milano nel 1931 e morta nel 2009, . Della sua infanzia  si conosce solo quello che lei stessa scrive in brevi note autobiografiche. Nel 1947 , la Merini incontra le prime ombre della sua mente e per questo viene internata per un mese nella clinica Villa Turro , dove le viene diagnosticato un disturbo bipolare.

Nel 1953 pubblica il suo primo volume di versi “La presenza di Orfeo” e nel 1955 esce la seconda raccolta, “Paura di Dio”. Negli anni alterna periodi di salute e malattia dovuti al disturbo bipolare. Nel 1979 riprende a scrivere , dando vita ai suoi testi più intensi : è in questi anni che scrive il suo capolavoro “La Terra Santa”,con il quale vincerà nel 1993 il Premio Montale.


"La miglior vendetta? La felicità. Non c'è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice." ( Alda Merini )

Alda Merini: “La miglior vendetta? la felicità. Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice.”

“La miglior vendetta? La felicità.
Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice.”

( Alda Merini )

Questa frase è di Alda Merini, poetessa, aforista, intellettuale italiana nata a Milano nel 1931 e morta nel 2009 . Esordì come autrice giovanissima a 15 anni grazie ad una sua insegnante delle medie, che la presentò ad Angelo Romanò . Questi, apprezzandone le doti letterarie, la mise in contatto con Giacinto Spagnoletti che divenne una sua guida  per valorizzarne talento di scrittrice.

Dal 1947 la Merini inizia ad avere i primi problemi di salute tanto che le viene diagnosticato un disturbo bipolare che la porterà a passare più volte dei periodi in clinica. Dopo l’esperienza drammatica e sconvolgente dell’ospedale psichiatrico, l’autrice scrive i testi più intensi tra cui ,quello che può essere considerato il suo capolavoro: “La Terra Santa”con il quale vincerà nel 1993 il premio Montale.


di quelli che non hanno ancora capito che non vivremo in eterno.

Alda Merini: La cattiveria è degli sciocchi, di quelli che non hanno ancora capito che non vivremo in eterno.

La cattiveria è degli sciocchi,
di quelli che non hanno ancora capito che non vivremo in eterno.

( Alda Merini )

Questa citazione è di Alda Merini, poetessa, scrittrice e aforista italiana nata a Milano nel 1931 e morta, sempre a Milano, nel 2009.

I suoi scritti trattano il tema della vita e della spiritualità, partendo da esperienze personali come la frequentazione di alcuni ospedali psichiatrici e causa di una diagnosi di disturbo bipolare e una vocazione in età precoce per la vita consacrata, poi repressa dalla famiglia. Il tema della spiritualità tornerà nell’ultima parte della sua esistenza, dal 2000 al 2009 quando pubblica tre opere a carattere fortemente spirituale , come Corpo d’amore (2006) , Poema della croce (2007) , e Francesco, canto di una creatura (2008) .