E’ agosto, e in una chiesetta di campagna il parroco sta confessando. C’e’ molta gente in attesa della messa quando da un finestrone aperto entra un uccellino che comincia a cinguettare. Il parroco per un po’ fa finta di niente, ma poi, infastidito, sale sul pulpito e rivolto ai fedeli esclama “Per cortesia, chi ha l’ uccello esca!”.
C’ e’ un attimo di smarrimento, gli uomini si guardano tra loro, qualcuno accenna a uscire, quando il parroco, accortosi del doppio senso di cio’ che aveva detto, si rivolge nuovamente ai fedeli: “Cari parrocchiani, cosa avete capito! Cioe’ sono io che non mi sono spiegato, volevo dire chi ha preso l’uccello esca!”.
Questa volte le donne sono sbigottite, ma il parroco cerca di rimediare: “Carissime fedeli, non mi rivolgevo certo a voi, cio’ che fate e’ giusto … insomma, chi l’ ha preso qui in chiesa l’ uccello esca!”.
Le monache sbiancano e il parroco interviene nuovamente: “Care sorelle, mai mi permetterei di pensare una cosa simile! Cercate di capirmi: chi ha l’uccello in mano esca!”.
In fondo alla chiesa c’e’ una coppietta e lei dice al suo ragazzo: “Hai visto? Te lo avevo detto che se ne sarebbe accorto!”.

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